PVC, PET, PP, PE: differenze tra le principali materie plastiche per uso alimentare
05 Settembre 2020
Quando parliamo di plastica, in generale ci riferiamo a una serie di sostanze organiche costituite da polimeri, cioè gruppi molecolari organizzati in unità ripetitive, puri o miscelati con additivi. I polimeri più comuni derivano dal petrolio, ma vi sono anche materie plastiche sviluppate da altre fonti.
La plastica è uno dei materiali più diffusi nella nostra vita quotidiana. La maggior parte degli oggetti in plastica vengono prodotti su scala industriale ed hanno alcune caratteristiche comuni come leggerezza, versatilità e atossicità.
Per questi motivi, le materie plastiche sono utilizzate nell’industria, trasporti, imballaggi e, in molti casi come contenitori per alimenti.
PVC (polivinilcloruro)
È un materiale resistente, flessibile, trasparente. Viene utilizzato per produrre pellicole per alimenti, contenitori, vaschette, ed in applicazioni alimentari industriali come il rivestimento di furgoni e celle frigorifere.
Il suo utilizzo è regolamentato dal Regolamento UE n° 10/2011 (la legge europea che disciplina le materie plastiche a contatto con gli alimenti) e da provvedimenti specifici in quanto è miscelato con ftalati e altri materiali plastificanti ritenuti dannosi per la salute.
Alle temperature più elevate, queste sostanze trasmigrano nel cibo con cui vengono in contatto, secondo concentrazioni diverse a seconda della composizione dell'alimento, soprattutto nei cibi grassi o contenenti alcool.
PET (polietilene tereftalato)
Possiede una notevole resistenza chimica, elevate proprietà meccaniche e di barriera ai gas. Per questo è il polimero con cui vengono realizzate la maggior parte delle bottiglie per acqua o altre bevande.
Secondo vari studi il PET, in determinate circostanze, può disperdere alcuni elementi nocivi come ftalati, antimonio, formaldeide e acetaldeide. In particolare, queste due sostanze conferiscono all'acqua il tipico sapore di plastica quando esponiamo per troppo tempo una bottiglia al sole.
Tutte queste sostanze sono sempre presenti in ogni contenitore in PET. Per questo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) si assicura che le loro percentuali rimangano al di sotto di certi limiti.
PP (polipropilene)
È ritenuto uno dei polimeri più adatti all'uso alimentare. Infatti, non comporta alterazioni inaccettabili della composizione del cibo con cui entra in contatto, né modifica le sue caratteristiche organolettiche.
Viene utilizzato soprattutto per le bottiglie colorate ed opache, per esempio quelle di salse e condimenti, e per le vaschette con coperchio, come quelle del gelato.
Pur essendo considerato uno dei tipi di plastica più più sicuri per la salute dei consumatori, non è sempre possibile riutilizzare questi contenitori. Infatti, specialmente quelli più leggeri, sono da intendersi come monouso.
PE (Polietilene)
Il polietilene è il polimero sintetico più diffuso: costituisce il 40% del volume totale della produzione mondiale di materie plastiche. È resistente al calore, all'acqua e alla maggioranza degli agenti chimici come soluzioni saline, acidi, alcool e altri.
Per queste sue proprietà,viene usato per la produzione di oggetti rigidi non trasparenti come tappi e vasetti dello yogurt, ma anche sacchetti, pellicole, e per lo strato interno dei popolari brik per il confezionamento asettico di latte, succhi di frutta e altre bevande.
Attualmente, il suo utilizzo nel settore alimentare copre settori sempre più vasti, come i più moderni serbatoi per l'acqua potabile per installazioni fisse o nelle imbarcazioni e camper.
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