La storia della plastica: dalla celluloide ai tecnopolimeri
24 Agosto 2020
La plastica è considerata un materiale di recente invenzione, ma la sua origine risale alle prime civiltà. Infatti alcuni polimeri naturali come l'ambra, il corno, il caucciù, la cui struttura ha ispirato l'invenzione e produzione delle moderne materie plastiche, erano utilizzati dall'uomo già in tempi antichissimi.
I primi polimeri sintetici
Il primo materiale plastico semisintetico scoperto dall'uomo è stato il polistirene, derivato per distillazione di una resina vegetale nel 1839.
Intorno al 1860, viene brevettata la Xylonite, un derivato della cellulosa, utilizzato per produrre manufatti sia rigidi come manici e scatole, sia flessibili come i colletti delle camicie.
Pochi anni dopo, si afferma sul mercato il nitrato di cellulosa, come sostituto dell'avorio nella produzione delle palle da biliardo, e per realizzare le prime protesi dentarie.
Questo materiale, facilmente infiammabile, era però inadatto alla lavorazione con stampaggio ad alta temperatura. Per questo viene presto rimpiazzato dall'acetato di cellulosa, la notissima celluloide, utilizzata per produrre, oltre alle pellicole cinematografiche, le strutture di rinforzo dei primi aeroplani.
Il novecento: il secolo della plastica
La prima vera resina termoindurente di origine sintetica viene brevettata nel 1910 con il nome di Bakelite: diventerà subito la materia plastica più diffusa ed utilizzata al mondo.
Nel 1912 viene scoperto il processo per la produzione del polivinilcloruro (PVC), anche se la sua produzione industriale si svilupperà molti anni dopo e, nel 1913, viene inventato il cellophane, che troverà subito applicazione nel campo dell’imballaggio.
A partire dagli anni '20, alcune università cominciano a studiare in maniera sistematica le proprietà dei polimeri naturali e sintetici, portando alla creazione di una vera e propria industria in cui il petrolio viene identificato come materia prima.
Le fibre sintetiche
La fine degli anni '30 vede nascere le prime fibre sintetiche.
Nel 1935 viene sintetizzato il poliammide, cioè il nylon, che trova subito moltissime applicazioni, dalle calze da donna ai paracadute, e si diffonde molto rapidamente insieme al polietilene tereftalato (PET), inizialmente impiegato soprattutto per fabbricare il tessuto ancora noto come pile.
Dalla seconda guerra mondiale in poi
Durante il secondo conflitto mondiale, la scarsità di risorse naturali è uno stimolo alla produzione e commercializzazione dei primi poliuretani ed i primi copolimeri cloruro-acetato di vinile (PVC).
Nel dopoguerra, i vari tipi di resina melammina-formaldeide, comunemente nota come fòrmica, permettono di produrre laminati per l’arredamento e stoviglie economiche, mentre le fibre artificiali come poliestere e nylon vivono si diffondono sempre più.
Il boom degli anni '60 e '70
Protagonista assoluto della storia della plastica degli anni '60 è il polipropilene, distribuito col marchio Moplen, che entrerà nelle case di tutto il mondo occidentale come simbolo di modernità, benessere e design.
Successivamente, le bottiglie in PET rivoluzionano il mondo dell’imballaggio alimentare diventando lo standard intramontabile per il confezionamento di moltissime bevande.
In quel periodo comincia anche l’irresistibile ascesa del polietilene, attualmente uno dei polimeri termoplastici più diffusi, grazie alla sua grande versatilità, economicità ed elevate prestazioni.
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Le materie plastiche oggi.
Oggi, i cosiddetti tecnopolimeri sono utilizzati per applicazioni sempre più sofisticate.
Per esempio il polimetilpentene (TPX), grazie alla sua assoluta atossicità e resistenza agli agenti chimici è utilizzato per produrre articoli per i laboratori clinici. Alcune resine termoindurenti, estremamente resistenti al calore, sono utilizzate nell’industria automobilistica per componenti del motore o per i forni a microonde. Altri polimeri sono utilizzati per i caschi spaziali degli astronauti, le lenti a contatto, i giubbotti antiproiettile.
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