La raccolta differenziata: obblighi ed opportunità del modello circolare
03 Agosto 2020
La raccolta differenziata è un obbligo di legge in molti comuni italiani per cittadini, condomini ed imprese. Inoltre è considerata uno dei metodi più efficaci per ridurre l'inquinamento in quanto favorisce il corretto smaltimento o riciclo di molti materiali, e un'opportunità di sviluppo economico per i paesi che l'adottano correttamente.
La legislazione in materia di raccolta differenziata
Il primo provvedimento legislativo europeo in materia è la direttiva CEE 442 del 1975, che invitava gli stati membri a promuovere il recupero dei rifiuti riciclabili. Oggi ogni nazione ha la sua normativa di riferimento: in Italia è il Decreto Legge 3 aprile 2006, n. 152 che definisce la raccolta differenziata:
“la raccolta idonea, secondo criteri di economicità, efficacia, trasparenza ed efficienza, a raggruppare i rifiuti urbani in frazioni merceologiche omogenee, al momento della raccolta o, per la frazione organica umida, anche al momento del trattamento, nonché a raggruppare i rifiuti di imballaggio separatamente dagli altri”.
Un obbligo per cittadini, condomini e imprese.
La legge prevede che questo sistema virtuoso sia adottato da tutti i cittadini nelle case, condomini e luoghi di lavoro.
Per questo, sempre più spesso, specialmente i comuni con pochi abitanti, attivano il servizio di raccolta porta a porta. Con questo sistema, ogni nucleo familiare conferisce i propri rifiuti in maniera differenziata secondo giorni e orari stabiliti all'interno di contenitori di diverso colore, messi a sua disposizione dalla società che ha in appalto la gestione dei rifiuti.
Un sistema analogo è adottato dai piccoli uffici e attività commerciali con una produzione di rifiuti non speciali paragonabile ad un utenza domestica.
Invece, nei quartieri o città più densamente popolate, la differenziazione dei rifiuti di tipo domestico avviene attraverso bidoni oppure cassonetti standard, individuabili attraverso il colore del coperchio o di tutto il corpo, posizionati nelle aree antistanti gli edifici adibiti ad abitazioni ed uffici.
Un modello circolare per uno sviluppo sostenibile
È opinione diffusa che il sistema economico attuale, fondato sul cosiddetto modello lineare prendi - produci - getta, si stia dimostrando sempre più inefficiente e costoso per i cittadini, le imprese e l'ambiente.
Per questo motivo un numero sempre crescente di paesi, organizzazioni ed istituzioni sovranazionali sta aderendo al modello circolare, caratterizzato dalle 3 R:
- Ridurre: gli imballaggi, gli sprechi, le emissioni;
- Riusare: per allungare il ciclo di vita dei beni e
- Riciclare: gli scarti non riutilizzabili immediatamente.
L’economia circolare può creare un modello di sviluppo completamente nuovo grazie a quale la maggior parte dei prodotti sono destinati alla riparazione, alla trasformazione o al riutilizzo come risorse per altri prodotti.
Infatti, secondo uno studio della Ellen MacArthur Foundation, un'associazione internazionale impegnata nella diffusione del modello circolare, questo nuovo approccio porterà all'Europa entro il 2030 un beneficio netto di 1.800 miliardi di euro, una riduzione del 16% dei costi dovuti al traffico e un dimezzamento delle emissioni di anidride carbonica.
Questo nuovo sistema economico si basa sulla comprensione che tutte le cose si influenzano reciprocamente secondo un modello circolare: in questo modo è possibile l'evoluzione armonica di infrastrutture, società, ambiente ed ogni altro sistema aperto, persino le correnti oceaniche e le orbite dei pianeti.
[In copertina: foto dal web]